


Piediluco è un pittoresco centro di origine medievale il cui nome significa "ai piedi del bosco sacro". Il borgo si sviluppa nello stretto lembo di terra che corre tra il lago ed il monte. Il lago, che prende il nome dal paese, ha le sembianze di uno specchio d’acqua alpino, circondato da rilievi boscosi, tra i quali è caratteristico, per la sua forma di largo cono, il monte Caperno, detto anche “la montagna dell'Eco”.
Il lago di Piediluco, è collocato alle propaggini sud-orientali dell'Umbria, con un ramo che sconfina nel Lazio. È un vero e proprio gioiello paesaggistico, incastonato com’è tra le alture della Valnerina.
Lo specchio d’acqua ricorda il Lago di Como per la forma articolata (con i vari “bracci” che si insinuano tra le vallate) ma, soprattutto, assume l’aspetto di un lago alpino circondato dalle montagne.
Questo lago può essere considerato il più grande bacino lacustre naturale della regione dopo il lago Trasimeno. Rappresenta, insieme ad altri piccoli specchi d'acqua situati in provincia di Rieti, uno dei resti dell'antico Lacus Velinus, grande bacino di origine alluvionale venutosi a formare a partire dal Quaternario.
Di forma irregolare con un perimetro di circa 13 chilometri, il lago si trova ad un'altitudine di 375 metri, con una profondità massima attestata sui 19 metri. Il suo immissario naturale è il Rio Fuscello, gli altri due immissari sono invece rappresentati da canali costruiti dall'uomo, uno che lo collega al fiume Velino, l'altro che fa convogliare nel lago una porzione di acqua derivata invece dal fiume Nera, lungo ben 42 chilometri. L'emissariocioè il fiume Velino è deviato verso Marmore dove si getta nel fiume Nera formando la cascata delle Marmore.
Gli scenari del lago sono magnifici. Piediluco è il luogo ideale per chi cerca un soggiorno rigenerante in un’oasi di relax assoluto ma, nello stesso tempo, senza rinunciare alla scoperta dei siti paesaggistici e culturali più importanti dell’alto Lazio e dell’Umbria.
La sua posizione, infatti, è assolutamente strategica: nel raggio di poche decine di chilometri, e quindi in circa mezz’ora di auto, si possono raggiungere località come Spoleto, Foligno, Montefalco, Assisi, Todi, Norcia, Cascia, Narni, Sangemini, il sito archeologico di Carsulae (per restare in Umbria) come pure il suggestivo borgo medievale di Labro (a solo 10 chilometri, ma in provincia di Rieti) dove si gode la veduta dell’intero lago di Piediluco, i quasi 2.000 metri del Monte Terminillo, la città di Rieti, le terme di Cotilia, il santuario Francescano di Greccio.
Con meno di un’ora, poi, si raggiungono Perugia e Viterbo (con le rinomate Terme dei Papi) e con poco più di un’ora si arriva a Roma.
testi tratti dal sito Wikipedia e da Oasidipiediluco.it
Il lago di Piediluco, è collocato alle propaggini sud-orientali dell'Umbria, con un ramo che sconfina nel Lazio. È un vero e proprio gioiello paesaggistico, incastonato com’è tra le alture della Valnerina.
Lo specchio d’acqua ricorda il Lago di Como per la forma articolata (con i vari “bracci” che si insinuano tra le vallate) ma, soprattutto, assume l’aspetto di un lago alpino circondato dalle montagne.
Questo lago può essere considerato il più grande bacino lacustre naturale della regione dopo il lago Trasimeno. Rappresenta, insieme ad altri piccoli specchi d'acqua situati in provincia di Rieti, uno dei resti dell'antico Lacus Velinus, grande bacino di origine alluvionale venutosi a formare a partire dal Quaternario.
Di forma irregolare con un perimetro di circa 13 chilometri, il lago si trova ad un'altitudine di 375 metri, con una profondità massima attestata sui 19 metri. Il suo immissario naturale è il Rio Fuscello, gli altri due immissari sono invece rappresentati da canali costruiti dall'uomo, uno che lo collega al fiume Velino, l'altro che fa convogliare nel lago una porzione di acqua derivata invece dal fiume Nera, lungo ben 42 chilometri. L'emissariocioè il fiume Velino è deviato verso Marmore dove si getta nel fiume Nera formando la cascata delle Marmore.
Gli scenari del lago sono magnifici. Piediluco è il luogo ideale per chi cerca un soggiorno rigenerante in un’oasi di relax assoluto ma, nello stesso tempo, senza rinunciare alla scoperta dei siti paesaggistici e culturali più importanti dell’alto Lazio e dell’Umbria.
La sua posizione, infatti, è assolutamente strategica: nel raggio di poche decine di chilometri, e quindi in circa mezz’ora di auto, si possono raggiungere località come Spoleto, Foligno, Montefalco, Assisi, Todi, Norcia, Cascia, Narni, Sangemini, il sito archeologico di Carsulae (per restare in Umbria) come pure il suggestivo borgo medievale di Labro (a solo 10 chilometri, ma in provincia di Rieti) dove si gode la veduta dell’intero lago di Piediluco, i quasi 2.000 metri del Monte Terminillo, la città di Rieti, le terme di Cotilia, il santuario Francescano di Greccio.
Con meno di un’ora, poi, si raggiungono Perugia e Viterbo (con le rinomate Terme dei Papi) e con poco più di un’ora si arriva a Roma.
testi tratti dal sito Wikipedia e da Oasidipiediluco.it
Di suggestiva bellezza, il lago ha rappresentato per molti artisti una tappa obbligata di quel Grand Tour cosi' definito nel 1670 dal prete e scrittore Richard Lassels, autore di Voyage of Italy, or a complete journey through Italy.
Il termine Grand Tour divenne poi di uso corrente nel XVIII secolo allorché fra gli uomini di cultura dell’Europa centro-settentrionale si diffuse la moda di compiere il ‘viaggio in Italia’ sulle tracce dello splendore della storia e dell’arte classica.
“Italia solatìa”, culla di civiltà… indicibile era la fascinazione che i paesaggi della penisola, disseminati di vestigia millenarie, esercitavano sull’animo di artisti e intellettuali. La moda seguitò fino agli albori del '900, accordandosi con l'evolversi della sensibilità culturale, dal neo-classicismo al romanticismo al decadentismo, dal gusto per il pittoresco al gusto per il 'sublime'.
La direttiva principale del Grand Tour passava per la Flaminia: sulla tappa da Roma a Spoleto, si transitava per Ocriculum, Narni, Terni, e si giungeva finalmente alla Cascata delle Marmore (per descrivere lo spettacolo delle sue acque Salvator Rosa coniò l’ossimoro ‘orrida bellezza’).
L’animo frastornato dall’emozione sturm und drang della visita allo "spumeggiante inferno d’acque" della cascata (per dirla parafrasando le parole della celebre ode di Byron) poteva subito rasserenarsi di fronte al paradiso di tranquillità del Lago di Piediluco, con i suoi molteplici seni infiordati tra dolci colline boscose e le alte vette dei monti del Terminillo all'orizzonte.
Tra i viaggiatori del Grand Tour si ricordano Byron, de Montaigne, Goethe, Gregorovius, Addison, H.C. Andersen, H. Hesse, J.G. Seume, R. Woss, R. Wagner e S. Freud.
In particolare tra i pittori non si possono dimenticare le suggestive vedute di Corot, van Wittel, Ducros e del Turner.
testi tratti da Wikipedia e da Collisulvelino.org
Il termine Grand Tour divenne poi di uso corrente nel XVIII secolo allorché fra gli uomini di cultura dell’Europa centro-settentrionale si diffuse la moda di compiere il ‘viaggio in Italia’ sulle tracce dello splendore della storia e dell’arte classica.
“Italia solatìa”, culla di civiltà… indicibile era la fascinazione che i paesaggi della penisola, disseminati di vestigia millenarie, esercitavano sull’animo di artisti e intellettuali. La moda seguitò fino agli albori del '900, accordandosi con l'evolversi della sensibilità culturale, dal neo-classicismo al romanticismo al decadentismo, dal gusto per il pittoresco al gusto per il 'sublime'.
La direttiva principale del Grand Tour passava per la Flaminia: sulla tappa da Roma a Spoleto, si transitava per Ocriculum, Narni, Terni, e si giungeva finalmente alla Cascata delle Marmore (per descrivere lo spettacolo delle sue acque Salvator Rosa coniò l’ossimoro ‘orrida bellezza’).
L’animo frastornato dall’emozione sturm und drang della visita allo "spumeggiante inferno d’acque" della cascata (per dirla parafrasando le parole della celebre ode di Byron) poteva subito rasserenarsi di fronte al paradiso di tranquillità del Lago di Piediluco, con i suoi molteplici seni infiordati tra dolci colline boscose e le alte vette dei monti del Terminillo all'orizzonte.
Tra i viaggiatori del Grand Tour si ricordano Byron, de Montaigne, Goethe, Gregorovius, Addison, H.C. Andersen, H. Hesse, J.G. Seume, R. Woss, R. Wagner e S. Freud.
In particolare tra i pittori non si possono dimenticare le suggestive vedute di Corot, van Wittel, Ducros e del Turner.
testi tratti da Wikipedia e da Collisulvelino.org
Il lago di Piediluco è stato scelto dalla Federazione Italiana Canottaggio come sede del Centro Nazionale Remiero, intitolato a Paolo D'Aloja, Presidente della Federazione Italiana Canottaggio, che diede notevole impulso alla nascita del Centro Nautico di Piediluco. Per ricordare la sua figura viene organizzato un Memorial che prende il suo nome.
Il centro è gestito dal Circolo Canottieri Piediluco ed all'interno vi alloggia stabilmente la Nazionale Olimpica di Canottaggio che utilizza il bacino per i suoi allenamenti e meeting internazionali.
Anche la sezione Canottaggio della Polisportiva Circolo Lavoratori Terni svolge sulle acque del lago la propria attività. Entrambi i circoli locali contribuiscono alla promozione ed alla diffusione del canottaggio a livello amatoriale e agonistico.
La mancanza di correnti e la presenza di venti abbastanza regolari rendono il lago un eccellente campo di gara per regate nazionali e internazionali. Per questo il Lago è pieno di piccole boe che coprono le distanze di gara di 1000, 1500 e 2000 metri.
testi tratti da Wikipedia
Il centro è gestito dal Circolo Canottieri Piediluco ed all'interno vi alloggia stabilmente la Nazionale Olimpica di Canottaggio che utilizza il bacino per i suoi allenamenti e meeting internazionali.
Anche la sezione Canottaggio della Polisportiva Circolo Lavoratori Terni svolge sulle acque del lago la propria attività. Entrambi i circoli locali contribuiscono alla promozione ed alla diffusione del canottaggio a livello amatoriale e agonistico.
La mancanza di correnti e la presenza di venti abbastanza regolari rendono il lago un eccellente campo di gara per regate nazionali e internazionali. Per questo il Lago è pieno di piccole boe che coprono le distanze di gara di 1000, 1500 e 2000 metri.
testi tratti da Wikipedia